La lingua di Kristin Hayter, di recente anche nel bellissimo disco di Alexis Marshall dei Daughters, si muove sinuosa, impervia e ardita. Si muove dentro di noi più che sul nostro corpo. Scava, percuote, incute timore e destabilizza. Un po’ come la sua musica che non può essere classificata perché si muove dalle rovine industriali alla classica, dal noise alle colonne sonore horror, senza alcune freno o limite. Anticipato dall’evocativo singolo ‘Perpetual Flame Of Centralia’, ‘Sinner Get Ready’ è un’altra gemma nella carriera dell’artista originaria di Del Mar, California. Con il passare degli anni la consapevolezza nei propri mezzi è cresciuta e con esse anche una pericolosità che non si limita al livello performativo, se non addirittura a quello sonoro, ma va oltre. ‘Sinner Get Ready’ è un album cerebrale, capace di far riflettere e di svelare peccati passati. ‘I Who Bend The Tall Grasses’, ‘Many Hands’ ma anche ‘Repent Now Confess Now’ citano Zola Jesus come Chelsea Wolfe, gli Swans come gli Uniform, e ovviamente c’è anche un po’ di Sightless Pit in questi solchi digitali. Rispetto a ‘Caligula’ la produzione è leggermente più lo-fi ma il fervore cinematico non è affatto diminuito e ‘The Solitary Brethren Of Ephrata’ sigilla una scaletta che vi costringerà a lasciarvi andare come in preda ad un potente acido.