Gli autori di ‘Untitled (Black Is)’ e ‘Untitled (Rise)’ hanno dichiarato che quest’album sarà disponibile solo per 99 giorni e poi verrà ritirato dall’universo digitale. Ormai di questi tempi è lecito attendersi di tutto e non stupisce il fatto che artisti tanto misteriosi prediligano operazioni di questo tipo alle classiche forme di distribuzione musicale. Di sicuro ‘Nine’ è un altro passo in avanti nella definizione di un suono che prende spunto dai Massive Attack quanto da Burial, dai Radiohead quanto da Gaika, e pezzi come ‘London Gangs’, ‘Bitter Streets’ e ‘You From London’, che vede la partecipazione di Little Simz, sono semplicemente da brividi. Ascoltare la musica dei Sault è proprio come sprofondare in un buco nero con la consapevolezza di non poterne più uscire. Non c’è molto di astratto ma tanto di concreto, ruvido e pericoloso. Inflo, Cleo Sol e Kid Sister a volte giocano a fare i Raime ma poi accontentano gli amanti di neo soul e drum n’ bass rendendo il loro suono gravido di oscurità e ritmo. Per certi versi mi piacerebbe che diventassero mainstream, per poterli apprezzare in show globali e sapientemente prodotti, ma sarebbe magnifico se potessero continuare su questa strada, sfidando la cultura conformista e irridendo gli standard imposti dalle case discografiche. Il futuro ci dirà se sarà possibile ma nel frattempo ‘Nine’ riempe le casse del mio stereo e trasmette dipendenza come negli anni novanta lo hanno fatto dischi del calibro di ‘Dummy’ dei Portishead, ‘Blue Lines’ dei Massive Attack, ‘Two Pages’ dei 4Hero e ‘New Forms’ di Roni Size & Reprazent.