Ho sempre pensato che il black metal dovesse suonare scomodo e anticonvenzionale e non sono l’unico a pensarla così visto che tante formazioni iconiche del genere sono state abbandonate dai fan quando hanno tentato di ammorbidire il loro suono. In tal senso i gruppi svedesi hanno sempre cercato di distinguersi da quelli norvegesi, consapevoli del fatto che l’urgenza della loro proposta sarebbe stata in ogni caso inferiore. Evidentemente dalle parti di Stoccolma la pensano ancora così visto che il secondo lavoro dei Burning Darkness, immesso sul mercato a sette anni dall’esordio ‘The Angel Of Light’ e scandito a gran voce da Per Kolderup Finstad, appare in bilico tra vecchia scuola e sonorità più moderne ed evolute. La scaletta è costituita di pezzi aggressivi e live oriented come ‘Chiropteran Demon’ e ‘Sulphurous Wrath’, altri momenti più atmosferici e cupi come ‘Muspelhems Vrede’ e la title track e la solenne ‘She Who Dwells Beyond The Branches’ che si dilunga mettendo in luce la bontà del guitar work di Daniel Wennersten e GhiauR. L’artwork realizzato da Lukasz Jaszak è atipico ma allo stesso tempo ideale per rappresentare il “potere della morte” evocato da questi loschi figuri che possono vantare esperienze anche con Nazghor, Circle Of Chaos, Vokodlok e Helvegen.