Se avete consumato i nostri speciali sulle Nuove Frontiere del Metal allora cambiate recensione perché non fa proprio al caso vostro. Se al contrario ritenete la nostra linea editoriale fin troppo moderna o morbida probabilmente ‘Forever Black’ avrà catturato la vostra attenzione e questo mini album, promosso con l’ennesima cover epica, è destinato a fare lo stesso. Il tour dell’atteso comeback degli statunitensi è stato reso impossibile dalla pandemia ma i Cirith Ungol non si sono persi d’animo, sarebbe stato anche possibile il contrario viste le loro lunghe pause discografiche, e sono tornati in studio per registrare quattro nuovi brani che rientrano benissimo nella categoria della coerenza. D’altra parte l’heavy metal è qualcosa di culto, una religione, un credo che non si può discutere ed i veterani della scena a stelle e strisce hanno dato alle stampe una sorta di estensione di ‘Forever Black’, mantenendo intatta la produzione cupa, compressa e lo-fi. ‘Shelob’s Lair’ e la title track non impiegheranno troppo a scalare le gerarchie di apprezzamento dei seguaci di sempre mentre ‘Route 666’ è un pezzo che potrebbe ben figurare in qualsiasi playlist hard & heavy. Un’ultima menzione infine per ‘Brutish Manchild’ uscito a Maggio per Decibel Flexi Series. Un sette pollici che non deve mancare nella vostra collezione.