Un viaggio nella steppa siberiana, tra elettronica, folklore, freddo polare e oscurità senza fine. Questo ci regala Baba Yaga, narrando della grandezza e della bellezza della sua terra di origine. Durante l'ascolto del suo debutto, le influenze di Fever Ray, Heilung e Suicide Commando vi appariranno chiare ma quella dei Kiberspassk è in ogni caso una proposta decisamente originale che si adatta bene al versatile catalogo di Out Of Line. A colpire è prima di tutto l'immagine della ragazza e la cura con cui sono stati curati costumi, video e artwork lascia intendere il duro lavoro che si cela dietro a progetti del genere. In attesa di capire come verranno trasportate dal vivo le tracce, l'avvenente cantante ha imparato la tecnica vocale mongola del kargyraa, usata dagli sciamani per acuire l'attenzione o la coscienza delle persone, espellere gli spiriti maligni, i parassiti insidiosi e le forze impure del corpo. È ancora presto per intravedere in 'See Bear' il futuro della musica industriale, come sottolineato in certi commenti della stampa, ma di sicuro l'idea è interessante e meritevole di essere sviluppata. Oltre alla title track – promossa con un coinvolgente video che vede protagoniste le ballerine Irina Anuchina e Olesya Kabachenko - 'Kikimora' e 'Liho' sono gli apici di una scaletta che mette in luce il programming di Anatoly Pakhalenko e le ossessive parti di batteria di Alex Roslyakoff. Sarebbe curioso vederli in tour con gli Hatari, magari con Alvia Islandia o Mimi Barks di contorno.