Uno dei vantaggi di scrivere di musica è avere accesso a certe informazioni prima che vengano rese pubbliche o comunque confrontarsi con figure di spessore e ricevere suggerimenti interessanti. Ogni qualvolta mi capita di intervistare un musicista, la passione che mi domina emerge e cerco sempre di scoprire cosa ascolta oppure se ha da consigliarmi qualche nuova band che secondo il suo parere potrebbe esplodere a breve. È successo anche con gli Horndal, autori dell’ottimo ‘Lake Drinker’, e nello specifico con il loro batterista che mi ha messo al corrente di una formazione underground da tenere sotto stretta attenzione. A quel punto, dopo avere ascoltato qualcosa in rete ed essere rimasto piacevolmente colpito, i passi sono stati semplici. Dopo aver contattato l’etichetta mi sono fatto spedire il promo di ‘Monarchs Of Decay’ e sono stato letteralmente schiacciato dalla potenza di questi ragazzi. Gli Obstruktion sono originari di Göteborg e sono autori di un hardcore metallizzato che mette i brividi. Sinceramente non mi capitava di ascoltare un esordio del genere dai tempi di ‘Satisfaction Is the Death of Desire’ degli Hatebreed e parliamo di venticinque anni fa. In scaletta non troverete mezzo breakdown scontato, alla faccia di decine di gruppi metalcore che hanno stancato un po’ tutti, e le influenze di Sepultura, Obituary e Bitter End si aggiungono a quelle di Dismember, Breach, Refused. È infatti palese l’amore per lo swedish sound degli anni ‘90 da parte del quartetto che si è chiuso al Gula Studion di Malmö, sotto la supervisione di Gustav Brunn, e ha completato dieci tracce mostruose tra le quali spiccano ‘Within These Walls’, ‘Hopeless Path’ ed il trittico da capogiro formato da ‘Driven By Hate’, ‘Monarchs Of Decay’ e ‘Blackened Skies’. È assolutamente impossibile sostenere l’energia del gruppo e, mentre si susseguono le mazzate, viene da domandarsi cosa sarebbe potuto succedere se l’album fosse stato prodotto negli Stati Uniti. Magari non sarebbe risultato tanto ruvido e lesivo per la mente o forse a questo punto gli Obstruktion sarebbero sulle copertine delle riviste specializzate. Staremo a vedere in futuro ma di sicuro gli appassionati di hardcore impazziranno al cospetto dei riff di Mattias Rasmusson ed il legame con altre realtà del calibro di Waste, Disavow, Repoman e Oak lascia intendere che stia nascendo un forte sentimento di rivalsa in una scena musicale che ha contribuito a scrivere pagine intere di storia del metal contemporaneo.