Il contrasto tra l'ariosità delle melodie e la malinconia sprigionata dai testi è uno dei punti di forza di un album che vede l’ex cantante dei The Gathering, apprezzata anche per il progetto Agua de Annique e per le sue numerose collaborazioni – tra gli altri con Amorphis, Anathema, gli islandesi Arstidir e il geniale compositore canadese Devin Townsend – spingersi nuovamente a livelli elevati, a otto anni circa dall’ambizioso ‘Drive’. L’olandese non è solo un’artista di grande spessore ma una guida per tutto il movimento gothic metal e nel corso degli anni ha accettato diverse sfide, l’ultima con i VUUR e ‘In This Moment We Are Free – Cities’, e sperimentato in ambiti molto diversi tra loro, come il progressive, l’alternative rock, il trip hop ed il pop. Per superarsi ancora, ha reso il più essenziale possibile la strumentazione e amplificato in seguito la potenza degli arrangiamenti grazie agli archi. ‘The Darkest Skies Are The Brightest’ è un album di rara bellezza, che parla di un dissesto emotivo. Una crisi personale che si è riflessa in pezzi come ‘Hurricane’ e ‘The Soul Knows’ ed un male cresciuto nel tempo che Anneke non avrebbe mai pensato di dover affrontare e che l’ha portata a preferire un approccio vecchio stile e ritmi blandi.