Ci ho pensato parecchio prima di buttare giù queste righe e devo ammettere che il motivo principale per cui mi piace così tanto il secondo disco dei californiani è che al suo interno c'è tutto quello che vorrei che avesse un disco scritto da me ovvero attitudine da vendere, riff taglienti in puro stile black, batteria crust-hardcore, orgogliose atmosfere heavy metal e una voce che ti apre in due. ‘Loyal To The Soil’ aveva già dimostrato il loro valore ma con questo nuovo lavoro in studio, prodotto da Cody Fuentes, i Wolf King si sono superati e hanno raggiunto livelli spettacolari in termini di impatto sonoro ed espressività. Adesso la loro proposta è praticamente perfetta, letale al punto giusto e capace di mettere d’accordo chi è cresciuto con Emperor, Slayer, At The Gates e Iron Maiden ma anche i più giovani, che non ascoltano più album interi e che bramano qualcosa che li scuota fin da subito. Quel qualcosa è tratteggiato in bianco e nero ma non per questo è meno letale. É il male che serpeggia dentro di noi, è una musica che spacca le orecchie ma che allo stesso tempo sa anche penetrare in maniera subdola l'anima. La varietà dell'album è spiccata, non mancano infatti escursioni nel doom e nel death, ma a sorprendere sono le spaventose grida di Tim Wilson ed un guitar work eccezionale. 'Messenger Of Death', la title-track e 'Beholder' sono probabilmente gli apici ma potrei cambiare idea tra dieci minuti vista la consistenza della scaletta.