A distinguere la nuova creatura di Florian Lecomte aka Spellbound, cantante e tastierista che ricordiamo con Aorlhac e Asphodèle, è principalmente il fatto che la matrice black metal viene trattata più dal punto di vista delle atmosfere, dell'impatto sonoro e della voce. Il basso di Christian Larsson (ex Svart e Asphodèle), la batteria di Phalène e la chitarra di James Sloan (Uada, Grave Light) sembrano infatti fare di tutto per non seguire i canoni rigidi del genere. Questo è ovviamente motivo di interesse e serve per riservare ai Jours Pâles un posto del tutto speciale nella scena francese, anche se i cinque dovranno poi confermare le proprie qualità anche in sede live. Al momento siamo al cospetto di un esordio composto di getto, ricco di spunti intriganti ed anche un po' confuso a tratti. É difficile infatti capire in quale direzione potrà muoversi il progetto in futuro; l'iniziale 'Illunés' può ricordare certe cose dei Kvelertak, la successiva 'Aux Confins du Silence' si riveste di puro black n' roll mentre 'Le Chant Du Cygne' cita i Les Discrets di Fursy Teyssier. Da segnalare la presenza di Sylvain Bégot dei Monolithe e la splendida copertina a cura di Onodrim.