Ad un ascolto superficiale, gli Heleven sembrano la risposta spagnola agli israeliani Walkways, che hanno debuttato un paio di anni fa per Nuclear Blast. Nella loro proposta troviamo infatti le influenze di Deftones e Meshuggah, oltre ad una serie di spunti compositivi legati al metalcore ed al metal moderno in generale. È palese che la band originaria di Granada abbia delle discrete qualità tecniche e che abbia compiuto progressi significativi rispetto all'acerbo 'Medusa's Love Story'. Per fare la differenza manca però ancora qualcosa. Prima di tutto un cantante che possieda un range vocale in grado di coprire un po' tutte le sfumature compositive dei nostri. Higinio Ruiz è un ottimo chitarrista ma non è un fenomeno al microfono ed alla lunga l'assenza di un trascinatore si avverte. Il suono di batteria di Matias Famá non è inoltre clamoroso come ci si aspetterebbe dinanzi a crescendo ritmici calcolati in modo matematico e squarci alternative reminiscenti i primi anni duemila. Per il resto siamo al cospetto di un secondo lavoro in studio molto buono e su pezzi come 'Into The Oceans', promosso con un videoclip animato che si ispira al concept dell'artwork, e 'Promise Land' gli Heleven possono costruire qualcosa di importante.