A livello sonoro non ci piace, per definizione, avere confini ma anzi stimolare la conoscenza di musica il più varia e nuova possibile e di conseguenza farsi stimolare da gruppi capaci di sfuggire a qualsiasi forma di catalogazione. Non è un caso che questo disco esca per Black Widow Records, etichetta che da sempre pone molta attenzione alle sue uscite e può vantare un catalogo internazionale di tutto rispetto, e semmai stupisce come sia stato registrato quasi interamente live, nell’androne del Palazzo Belmonte Pignatelli di Galatone, in provincia di Lecce. ‘Confini’ è il secondo episodio della Trilogia delle Lame, avviata tre anni orsono con ‘L’Ora Di Tutti’, e si ispira alla world music quanto alle vicende popolari del ‘300. Il “rituale” inizia con un pezzo strumentale di diciotto minuti; melodie arcaiche abili a chiarire fin da subito la tipologia di proposta, evocativa e non certo commerciale, del gruppo salentino che spazia molto bene tra jazz, psichedelia e rock progressivo. ‘L’Istante Prima’, ballata presente in due versioni, e ‘Carovane’, che vede la partecipazione di Claudio Giannotti sono altri due apici di una scaletta che non presenta cali di tensione e che invita l’ascoltatore a non adagiarsi su sonorità banali ed al contrario lasciarsi travolgere da arrangiamenti ricchi di dettagli. Ottima la prova di Luigi Bruno (attivo nella Mediteranean Psychedelic Orkestra e nel Collettivo Sbam oltre che ideatore della Sagra del Diavolo) ma tutta la band gira a mille.