Se amate il progressive rock cinematico e cerebrale dei Gazpacho è venuto il momento di dare un'opportunità a questo gruppo transalpino che aveva già stupito addetti ai lavori e appassionati in occasione dell'esordio 'Vaisseau Monde' (uscito l'anno passato sempre per Dur et Doux). Rispetto ai norvegesi. Guillhem Meier e Antonie Arnera amano inserire nella loro piattaforma compositiva elementi di improvvisazione di zappiana memoria, math rock e elettronica di stampo avanguardistico. La miscela col prog della seconda metà degli anni '70 e con il jazz più oscuro diviene interessante soprattutto quando si comincia a perdere il filo del discorso e si fa fatica a seguire la connessione tra le tracce. Di sicuro 'Furvent' non è un disco per tutti, le tastiere schiacciano le chitarre e questo potrebbe non piacere a chiunque. Inoltre se cercate melodie di facile presa non state leggendo la recensione giusta. Se però amate l'imprevedibilità del songwriting (esaltata dal contributo di Jessica Martin Maresco e Mélissa Acchiardi), il bilanciamento tra strumenti virtuosi e dissonanze e soprattutto la difficoltà di catalogazione, allora il consiglio è quello di acquistare una copia di questa seconda fatica su lunga distanza.