-Core
Venti
Giorgio Canali & Rossofuoco
Pubblicato il 26/12/2020 da Francesco Brunale
Songs

Giorgio Canali è un duro e puro e su questo ci sta poco da dire. Con “Venti” l’ex chitarrista dei C.S.I. si mette a nudo e disegna venti affreschi musicali di una qualità raffinata e senza tempo. Un lavoro del genere, arrivato a chiusura di un anno nefasto come il 2020, è una boccata d’ossigeno di cui se ne sentiva decisamente il bisogno, ma è anche un manifesto poetico in cui l’artista esprime disillusioni, sentimenti, verità nascoste e amare, oltre a ovvietà che sono figlie dei tempi e che vengono messe in evidenza con nichilismo tremendo da uno che non ha paura di dire quello che pensa. Lo fa sempre in modo diretto e le sue parole sono come delle lame taglienti che provocano dolore e che ci danno, a volte, un senso di impotenza, soprattutto quando la verità fa male. Le amarezze (“Eravamo Noi”) sono sbattute in faccia come un pugno in pieno volto, così come l’amore che viene descritto in tutte le sue sfaccettature (“Acomepidi”), tanto che questo testo andrebbe preso come manifesto da chi vuole scrivere una canzone dai sentimenti veri. Il sound del lavoro è prevalentemente un rock elettro acustico che fa molto Tom Petty (“Morire Perché”) e che si incastona bene con le idee di Canali che, mai come in questo caso, risulta ispirato in modo ineccepibile. “Nell’Aria” è una semiballad acustica e malinconica in cui il suono dell’armonica rende l’atmosfera decisamente west coast, mentre “Inutile e Irrilevante” ha una matrice molto Clash con i suoi cori in bella vista. Ogni brano brilla di luce propria e fare una distinzione e indicare chi sia meglio è puro esercizio di stile. Il blues di “Wounded Knee” è lancinante come la chitarra che domina il pezzo dall’inizio alla fine e lo stesso si può dire per la successiva “Tre Grammi e Qualcosa Per Litro”, greve all’inizio e fantasticamente melodica in fase di ritornello. “Venti” viaggia sempre sui binari dell’eccellenza e il vocabolario di cui è composto il genere rock viene sfogliato in modo intelligente dall’artista che spazia tra omaggi ai Led Zeppelin più acustici (“Raptus”) per terminare ai suoi C.S.I. (“Circondati”). La seconda parte del disco potrebbe, in teoria, annoiare, ma, invece, nasconde delle altre perle di inenarrabile beltà. “Vodka Per Lo Spirito Santo”, che apre questo nuovo capitolo, è un blues paludoso e pastoso che sembra di essere stato composto a New Orleans, mentre “Dodici” si basa su un giro melodico di chitarre che non può lasciare indifferenti. La malinconia si respira intensamente in “Canzone Sdrucciola”, a differenza di quanto accade in “Viene Avanti Fischiando” che ha un brio acustico e allegro molto interessante. I testi, ritornando al significato delle parole usate da Canali, sono dei propri anatemi che ti lasciano senza fiato e a volte ti rendono una nullità, visto che il suo lato di osservazione degli eventi e di tutto quello che accade nel mondo sembra ridicolizzare i punti di vista ovvi e massificati. Anche questa volta la pioggia, presente in modo copioso nel suo precedente disco, non può mancare e ritorna nella grigia “Come Quando Fuori Non Piove Più” che anticipa la cupa “Requiem Per I Gatti Neri”. Il finale di questa opera mastodontica non tradisce, dal momento che sia “CDM (Te La Devo)” e “Cartoline Nere” non tradiscono le attese per qualità e bellezza. “Venti” si chiude con “Proiettili D’Argento” che personalmente mi riporta a “Linea Gotica” e “Rotolacampo” che è un vero e proprio omaggio a Bob Dylan. Si potrebbe dire altro ancora su questo disco, ma la verità è che Giorgio Canali ha realizzato un capolavoro. Un album bellissimo, emozionante, vero, nero e cattivo. Un disco duro e puro, proprio come lui.

Giorgio Canali & Rossofuoco
From Italia

Discography
2002 - Rossofuoco
2004 - Giorgio Canali & Rossofuoco
2007 - Tutti contro tutti
2009 - Nostra Signora Della Dinamite
2011 - Rojo
2011 - Fatevi fottere ancora un po'
2016 - Perle per Porci
2018 - Undici canzoni di merda con la pioggia dentro
2020- Venti