Il leggendario romanzo di Herman Melville ha ispirato anche il gruppo heavy metal irlandese che ha trovato così il modo di rendere ancora più strutturato ed efficace un concept che si basa da sempre sul thrash anni '80 e sull'ironia. Moby Dick non è però il solo riferimento di 'Sea Savage', perché nel successore dell'ottimo 'Speed Between The Lines' troviamo anche un magnifico omaggio a Miami Supercops, con tanto di video con scene che vedono protagonisti Bud Spencer e Terence Hill, e pezzi come 'She's Not My Mother, Todd' e 'Sheer Khan' – con palesi citazioni dei Judas Priest - che indagano sui classici della nostra infanzia. Un'altra novità è la presenza dietro le pelli di James Stewart, drummer navigato e molto veloce che ricordiamo con Decapitated e Vader e quindi legato alla materia estrema, capace di rendere sul serio letali certi passaggi. Per il resto siamo al cospetto di un altro eccellente disco, mixato da Zach Ohren (Carcass, Testament), con qualche filler ma anche tre o quattro bombe. 'Judo Killer' e 'Sea Savage' mettono in luce i progressi di Philly Byrne Byrne mentre 'Lords Of The Hellfire Club' sembra scritta appositamente per chi è rimasto ancorato all'adolescenza e non accetta songwriting di altro tipo e produzioni moderne e posticce. Difficile che diventino delle superstar ma in termini di incisività e divertimento sono in pochi a poterli battere.