Frank Pané, che in passato ha suonato con gente come Bonfire e Dark Blue Inc., ha deciso di dare una clamorosa riverniciatura ai suoi Sainted Sinners. Nel 2020 ha voluto rinnovare totalmente la band e ha chiamato con lui Ernesto Ghezzi (tastierista di notevole spessore che ha suonato, tra gli altri, con i Gotthard) e il bassista Rico Bowen (per lui collaborazioni illustrissime con Paul McCartney e Madonna). A questo punto serviva un cantante e nessuno come il nostrano Jacopo Meille poteva essere più adatto a cantare gli undici pezzi che compongono “Unlocked & Reloaded”, terza fatica a nome di questa band. L’album, uscito proprio in questi giorni, è un viaggio verso quelle sonorità hard rock tipiche degli anni ottanta che è sempre un piacere riascoltare, soprattutto se vengono adattate in chiave moderna per quanto concerne il discorso legato alla produzione. Le canzoni vivono completamente di luce propria a partire dalla micidiale accoppiata iniziale formata da “Same Ol’ Song” e “Standing On Top”. La successiva “Early Light Of Day” è, invece, il classico brano che avrebbe fatto sfracelli nelle classifiche di tanti anni fa, grazie a un ritornello irresistibile accompagnato dagli immancabili cori. Meille canta, come al solito, in modo impeccabile e questa, ormai, non è una novità, ma semplicemente una conferma delle clamorose doti canore del cantante italiano. Non mancano richiami al blues come in “40 Years” che potrebbe, per come si evolve il pezzo, essere un chiaro omaggio ai Van Halen. Non c’è un attimo di pausa, visto che ogni singola song cammina tranquillamente da sola. “The Hammers Of The Gods”, con le sue atmosfere acustiche, ci riporta indietro ai Whitesnake e ai Led Zeppelin, mentre “Free To Be” ha venature cadenzate e oscure che poi si aprono in un ritornello decisamente radiofonico. Il “lentone” non può mancare e anche in questo caso assume valore elevato (“I Can’t Wait), così come la seguente “Call It Love” che mantiene alti gli standard di “Unlocked & Reloaded”. Il lavoro termina con le conclusive “Wall Of Sound” e “Farewell To Kings” (quest’ultima un omaggio ai Black Sabbath dell’epoca Tony Martin), che sono altri due estratti pieni di qualità e buon gusto che chiudono definitivamente il cerchio di un ottimo disco, scritto e suonato con classe da musicisti di assoluto spessore.