‘Soulcrifice’ non è la migliore uscita dell’etichetta spagnola ma è sicuramente un buon mix tra death metal melodico e thrash. Si tratta del secondo lavoro in studio dei baschi, attivi in passato come Blasfemia, ed esce a undici anni di distanza dall’omonimo esordio. Pur non sapendo il motivo di questo lungo silenzio, è inevitabile che si pensi ad uno sforzo compositivo enorme e questo è proprio l'aspetto che penalizza l'album. Le undici tracce in questione non danno infatti l'impressione di essere il risultato di un processo estenuante ma sono comunque consigliabili agli appassionati del genere e soprattutto di Dark Tranquillity e Soilwork. 'Rotten Society' e 'Buried Alive' sono tracce discrete, così come 'The Reaper' verso la fine, ma di nuovo non troverete proprio niente. Il guitar work di Imanol Roman e Andoni Barkero è infatti molto prevedibile ed il mixaggio Tristán Iñiguez è piuttosto basilare. Nonostante Aitor Atxa, entrato nei ranghi da solo un paio di anni, sia un eccellente frontman ed il suo growl sia l'elemento capace di donare maggiore personalità alla release, il gruppo ha deciso di chiudere con uno strumentale alla 'Orion'.