Il singolo ‘Final Shape/In Search of Truth’, l’EP ‘Hatred Softly Spoken’ e la compilation ‘RIPPING / PULLING / TEARING’, distribuita l’anno scorso in tour. Finora del gruppo originario di Nashville non avevamo ascoltato altro e per questo, vista l’eco di performance strabilianti, eravamo ansiosi di ascoltare cos’avrebbero saputo tirare fuori con quello che è di fatto il loro esordio. ‘Cost Of Sacrifice’ è un disco in costante bilico tra il primo metalcore, il grindcore anni novanta e le nuove tendenze in ambito estremo. Scorrendo la scaletta percepirete anche le influenze di The Dillinger Escape Plan e Gojira ma a stupirvi saranno la varietà e la complessità del guitar work. ‘Fracture’ parte lenta e poi vede Gabe Manuel imporsi col suo riffing total death (come in ‘The Edge Of Every Lie’) e Taylor Carpenter spaccare tutto dietro le pelli. Le dinamiche sono formidabili, i Chamber sono un gruppo moderno ma non fanno nulla per nascondere il legame con certi valori del passato e l’ibrido che ne è uscito fuori è stato mixato in maniera impeccabile da Randy LeBoeuf, già all’opera sul micidiale ‘Slow Decay’ dei The Acacia Strain. ‘Scars In Complex Patterns’, ‘Numb (Transfuse)’ e ‘Disassemble Reassemble’ i pezzi da cui partire per avvicinarsi con cautela alla band e rendersi conto del talento dei suoi giovani componenti.