Innamorata di ‘September Winds’, mi sono avvicinata al terzo lavoro del progetto di Giuseppe Verticchio e Daniela Gherardi con un approccio molto critico e più esigente del solito. Non pensavo infatti che il duo fosse in grado di ripetersi ai medesimi livelli qualitativi ed invece sono rimasta stupita della cura dei dettagli e dell’evoluzione degli arrangiamenti delle presenti sei tracce, che di fatto chiudono una sorta di trilogia sulla Natura. ‘Too Far From Home’ e le conclusive ‘Drive By A Black Star’ (vicina ad alcune cose di Stars Of The Lid) e ‘Where The Dusk Has No End’ (quasi quindici minuti di durata) sono a mio parere le tracce chiave di un album che prosegue la ricerca della mente di Nimh e Hall Of Mirrors tra musica ambient, folk e dreamwave con due obiettivi ben precisi ovvero sperimentare in territori elettroacustici e avvicinarsi il più possibile al formato canzone tradizionale. Sono talmente tanti gli elementi di dissonanza che si alternano negli episodi che costituiscono la scaletta da far pensare quasi a divagazioni nel progressive, ma ciò che colpisce maggiormente dei Twist Of Fate è la trasportabilità del materiale dal vivo in contesti naturali e storici di rilievo. Aspettiamo che la pandemia faccia il suo corso, augurandoci meno danni possibili, e imploriamo Giuseppe Verticchio di dare all’opera un’ambientazione live perché la sensazione è che queste registrazioni in studio siano solo una piccola parte della sua visione globale.