I gallesi hanno dovuto riesumare il passato per potersi spingere avanti. Così può essere sintetizzato il motivo per cui hanno deciso di pubblicare questa raccolta, contenente due inediti di valore come 'Defiant To The Will Of God' e 'Slayer Of Holofernes', ad un anno di distanza dall'incredibile 'Samsara'. La release, supportata da Prosthetic quasi fosse un album totalmente nuovo, permette di ascoltare le tracce degli EP 'Defy The Tyrant' e 'The Primal Chaos', registrate da capo per l'occasione, e di comprendere quindi qual è stata l'evoluzione del gruppo guidato dall'inarrestabile Larissa Stupar (ex Wolf Down). Attualmente al mondo ci sono poche entità sonore in grado di muoversi così bene tra il death metal degli anni '90 e l'attitudine hardcore che sembra sempre meno presente nei collettivi metalcore di oggi, ed i Venom Prison guardano avanti nonostante il Covid-19 ed il caos mediatico che stiamo sperimentando giorno dopo giorno. Liriche piene di odio, abrasive, alienanti e politiche accompagnano stacchi ritmici furibondi, grida assassine e riflessioni sulla fase di transizione del metal moderno. La copertina di Eliran Kantor (My Dying Bride, Hatebreed) suggerisce l'acquisto del vinile ma ciò che conta è schierarsi dalla parte di chi vuole cambiare le cose. 'Babylon The Whore' è forse il pezzo che ha beneficiato maggiormente del trattamento, a cui ha contribuito Tom Dring, ma anche 'Mortal Abomination' e 'Daemon Vulgaris', non a caso scelto come singolo, sono qualcosa di pazzesco. Un ritorno alle origini che potrebbe sul serio servire a scrivere l'album della consacrazione definitiva a livello internazionale.