-Core
Ohms
Deftones
Warner
Pubblicato il 23/09/2020 da Lorenzo Becciani
Songs
01. Genesis
02. Ceremony
03. Urantia
04. Error
05. The Spell of Mathematics
06. Pompeji
07. This Link Is Dead
08. Radiant City
09. Headless
10. Ohms
Songs
01. Genesis
02. Ceremony
03. Urantia
04. Error
05. The Spell of Mathematics
06. Pompeji
07. This Link Is Dead
08. Radiant City
09. Headless
10. Ohms

Immagino che Chi stia guardando tutti dall’alto. Nella magnifica copertina realizzata da Frank Maddocks, quegli occhi malinconici e migliaia di pixel bianchi riflettono la sua assenza, oltre al terribile periodo che stiamo attualmente vivendo. Nessuno lo ha dimenticato e quando Sergio Vega percuote le corde del basso in ‘This Link Is Dead’ e ‘Headless’, il suo ricordo è quanto mai vivo. Ritengo limitativo ricondurre la bellezza di quest’album al semplice fatto che sia stato prodotto da Terry Date ma è innegabile che la band originaria di Sacramento abbia guardato al passato, prima di compiere un ulteriore passo in avanti. L’ultimo lavoro in studio al quale aveva collaborato il produttore tra gli altri di Pantera, Limp Bizkit e Korn era stato ‘Eros’ e sappiamo bene com’è andata a finire. Appare chiaro quindi che ‘Ohms’ desideri mantenere un legame forte con una tradizione che si è consolidata, sia in termini sonori che in termini emotivi, nel profondo del nostro animo. Il successore di ‘Gore’ viene introdotto da un fantastico tappeto di synth ma quando Chino Moreno irrompe sulla scena con le sue grida forsennate inizia un viaggio a ritroso nel tempo. Imprevedibili e sfuggenti, gli autori di ‘Adrenaline’ e ‘Around The Fur’ parlano ad almeno un paio di generazioni di appassionati di tutto il mondo. Da una parte i vecchi fan del crossover/nu metal degli anni ‘90 e dall’altra i più o meno giovani che amano l’alternative metal con gli attributi. Alcuni colleghi sono spariti dalla circolazione ed altri hanno preferito mutare pelle, i Deftones invece, pur continuando ad evolversi e sperimentare grazie a numerosi progetti paralleli - Team Sleep, Palms ed i favolosi Crosses che vengono citati in maniera palese con ‘Ceremony’ e ‘Pompeji’ - si sono mantenuti fedeli all’irruenza degli esordi, mitigata da stacchi melodici e atmosferici di classe inaudita. Ogni groove è letale e migliore del precedente e l’urgenza del presente lavoro è la testimonianza che il guitar work di Stephen Carpenter (memorabili i riff di ‘Genesis’ e ‘Urantia’ che omaggiano ‘White Pony’) e lo stile percussivo aggressivo e versatile di Abe Cunningham non hanno affatto smarrito la loro efficacia. Le liriche narrano di equilibrio e polarità degli eventi ed il frontman a volte le declama sussurrando al microfono mentre in altri frangenti, volendo ancora più subdoli, mettendo a serio rischio le corde vocali, col risultato che la tensione risulta sempre elevata (‘Radiant City’). La sua performance è sul serio da pelle d’oca e, ascolto dopo ascolto, emergono sfumature sempre diverse ed intriganti, come in ‘The Spell Of Mathematics’ che suona come l’ibrido perfetto tra le aperture melodiche di ‘Diamond Eyes’ e le suggestioni di ‘Koi No Yokan’. Difficile trovare anche solo un difetto ad un full lenght che ti prende dentro e non ti lascia andare neppure quando l’atipica title track sfuma nel silenzio. Sono davvero in pochi ad essere riusciti ad arrivare tanto lontano senza seguire una formula prestabilita ma potendo ugualmente vantare un suono unico e facilmente riconoscibile.

Deftones
From USA

Discography
Adrenaline (1995)
Around the Fur (1997)
White Pony (2000)
Deftones (2003)
Saturday Night Wrist (2006)
Diamond Eyes (2010)
Koi No Yokan (2012)
Gore (2016)
Ohms (2020)