Dopo un album deludente come ‘Stampede’, era lecito attendersi un’attestazione di forza da parte dei californiani ed invece anche questa nuova release, fin dalla copertina pensata come tributo al seminale ‘Broke’, non convince affatto. I due singoli scelti per promuoverla online, ‘First Blood’ e ‘Death Awaits’, sono due buoni esempi di ciò che il gruppo guidato da Jared Gomes riesce a combinare ma nel suddetto capolavoro - che vide la partecipazione di Serj Tankian dei System Of A Down e Morgan Lander delle Kittie – non sarebbero state nemmeno delle bonus track. La durata del lavoro è sui trentatrè minuti scarsi ma non sarebbe un problema se il materiale spaccasse dall’inizio alla fine. Invece le pause sono tante, lo stesso frontman non fa male come un tempo (saranno gli ascolti massivi di musica dance giamaicana) e le invettive di DJ Product (‘Last Call’) e Chad “Chizad” Benekos (‘Greedy Girl’) non sono sufficienti ad alzare il giudizio complessivo. ‘Nothing Lasts 4ever (The Ballad of C19)’ cita i Dropkick Murphys ma appare un episodio isolato e le chitarre di D.J. Blackard sono state abbassate tantissimo nel missaggio, forse per mettere in evidenza il drummin’ del membro più vecchio oltre al frontman, ovvero il batterista Jeremiah “Major Trauma” Stratton. Capisco la voglia di tornare in tour e anche il desiderio di omaggiare un album eccezionale ma sarebbe stata auspicabile maggiore sostanza.