Nell’interessante catalogo dell’etichetta discografica di Bergen - in cui troviamo tra gli altri Oak, Ljungblut, Madder Mortem e Krakow - gli Arabs In Aspic non stanno certo male ma forse la loro collocazione era migliore in quello di Black Widow Records. L’heavy prog dei norvegesi è infatti rimasto ai tempi di ‘Pictures In A Dream’ e ‘Victim Of Your Father's Agony’. Questo da qualcuno verrà considerato un pregio e da altri un difetto. Se amate i Genesis e gli Amon Düül, i Caravan, i King Crimson ma pure i Black Sabbath, le copertine vecchio stile e le produzioni anni settanta, allora ‘Madness And Magic’ potrebbe fare sul serio al caso vostro. Altrimenti la ripetizione pedissequa di certe soluzioni melodiche e la supponenza, non necessariamente da intendere come negativa, con cui la band fa di tutto per apparire retrograda, potrebbero annoiarvi un po’. Rispetto a ‘Syndenes Magi’ è cambiato davvero poco, tra passaggi acustici e divagazioni nel proto-hard rock, e la novità maggiore è rappresentata dal coinvolgimento di Alessandro Elide, percussionista con esperienze nei Keep of Kalessin e nei Manifest. I synth e l’organo di Stig Jørgensen brillano in ‘Heaven In Your Eye’, pezzo conclusivo di quasi diciassette minuti, che riassume bene le caratteristiche sonore dei cinque, tra follia e magia.