Un disco di cover può essere sempre un’arma a doppio taglio, soprattutto se ci si confronta con pietre miliari della storia del rock. A Moreno Delsignore, affiancato dal chitarrista Luca Sassi, il coraggio non è mancato, soprattutto perché il rischio di poter sfigurare e di cadere in un puro manierismo dinnanzi a canzoni che hanno fatto la storia della musica è stato davvero elevatissimo. Delsignore, invece, ha affidato tutto alla sua caldissima voce e ad una chitarra acustica per reinterpretare il passato e renderlo decisamente proprio. Del resto, basta dare un attento ascolto a “Save Prayer” dei Duran Duran od a “Running To Stand Still” degli U2 per rendersi conto di come il musicista nostrano abbia creato con le sue cover una magia davvero unica. L’approcciarsi, inoltre, con mostri sacri come Robert Plant (“Going California) o Chris Cornell (“Black Hole Sun” e “Hunger Strike”) non ha impaurito di certo il cantante che su questi classici ci ha cucito addosso il suo timbro vocale, tanto da rendere questi brani caldi e ricchi di patos. La poesia di “Life On Mars”, la decadenza anni ottanta di “Enjoy The Silence” e la malinconia di “Riders On The Storm” sono rimaste intatte nel loro fascino proprio perché se si ha un’ugola monumentale come quella di Delsignore ogni scoglio può essere superato con maestria e totale competenza. “Chamber Rock”, pur essendo un album di cover, è una piccola boccata d’ossigeno che ci riporta indietro con la mente e con gli anni, facendoci apprezzare in modo inequivocabile la bravura del cantante italiano.