-Core
Straight Songs For Sorrow
Mark Lanegan
Heavenly Recordings
Pubblicato il 14/05/2020 da Francesco Brunale
Songs
1. I Wouldn't Want To Say
2. Apples From A Tree
3. This Game Of Love
4. Ketamine
5. Bleed All Over
6. Churchbells, Ghosts
7. Internal Hourglass Discussion
8. Stockholm City Blues
9. Skeleton Key
10. Daylight In The Nocturnal House
11. Ballad of the Dying Rover
12. Hanging On (For DRC)
14. At Zero Below
15. Eden Lost And Found

Mark Lanegan è, ormai, un signore di mezz’età. Nella sua vita ha fatto tutto ed il contrario di tutto e può tranquillamente essere definito un sopravvissuto. Ce l’ha fatta ad arrivare ad oggi, nonostante una vita dedicata agli eccessi più dissoluti che, ad altri suoi compagni di viaggio come Kurt Cobain o Layne Staley sono costati carissimo. In un momento in cui si può tracciare un bilancio della propria esistenza, Lanegan decide di far uscire un libro autobiografico a cui fa da corredo un disco, scritto proprio durante la stesura delle sue memorie. Chi si aspetta ancora di trovarsi dinnanzi il Lanegan degli Screaming Trees, può tranquillamente fare un giro altrove, perché da anni il singer americano ha assunto le fattezze di un Tom Waits del 2000, regalando musica cantautorale, condita da elementi elettronici disseminati qua e là nel corpo delle sue canzoni. Per non farsi mancare nulla ci sono anche delle reminiscenze blues che non fanno mai male. “Straight Songs Of Sorrow” è tutto questo, con la sua parata di ospiti eccezionali, tra cui figurano l’immortale John Paul Jones e l’amico di mille battaglie Greg Dulli. Il problema, però, è che manca tutto il resto, ovvero le canzoni. I quindici brani contenuti all’interno dell’album sono noiosi e privi di mordente. Sembra quasi che Lanegan faccia un’esercitazione di stile con la sua voce cavernosa a dominare quanto musicato. A parte “Skeleton Key” e l’iniziale “I Wouldn’t Want To Say”, il resto del disco è piatto come il mare estivo di prima mattina. Non c’è uno spunto interessante e quella freschezza compositiva che caratterizzò i suoi lavori solisti negli anni 90 è andata spegnendosi come una candela. Se il Lanegan rock è stato ormai messo in naftalina da secoli, quello più buio e cantautorale si sta avviando su una strada che è quella del tramonto.

Songs
1. I Wouldn't Want To Say
2. Apples From A Tree
3. This Game Of Love
4. Ketamine
5. Bleed All Over
6. Churchbells, Ghosts
7. Internal Hourglass Discussion
8. Stockholm City Blues
9. Skeleton Key
10. Daylight In The Nocturnal House
11. Ballad of the Dying Rover
12. Hanging On (For DRC)
14. At Zero Below
15. Eden Lost And Found
Mark Lanegan
From USA

Discography
The Winding Sheet (1990)
Whiskey for the Holy Ghost (1994)
Scraps at Midnight (1998)
I'll Take Care of You (1999)
Field Songs (2001)
Bubblegum (2004)
Blues Funeral (2012)
Imitations (2013)
Phantom Radio (2014)
Gargoyle (2017)
Somebody's Knocking (2019)
Straight Songs of Sorrow (2020)