Considerata la produzione recente di Sub Pop, etichetta capace di riemergere dall’inevitabile declino post-grunge e reinventarsi a supporto di generi diversi (Moaning, Clipping. e Weyes Blood tanto per fare qualche nome), il terzo lavoro in studio della band di Atlanta appare abbastanza deludente. Il trio può contare su melodie pop minimali ed influenze post-punk ma soprattutto sulla leadership dell’ex Deerhunter Frankie Broyles. Ciò però non basta a spingere ‘Networker’ ad un livello superiore rispetto ai precedenti ‘Deluxe’ e ‘Multi-task’. Restano i richiami a Television (‘Sincerely Yours’) e Wire, restano alcune asperità del tessuto strumentale così come le improvvise accelerazioni ritmiche che dal vivo faranno alzare qualche polverone. Le registrazioni si sono svolte a Vienna, sì ma in Georgia non in Austria, sotto la supervisione di Nathaniel Higgin e con l’intento di rendere i suoni più curati e moderni. Una scelta che sembra in controtendenza con la natura del progetto e che comunque non ha portato ad un risultato sufficiente, a partire da un artwork blu scuro in cui non si capisce niente. Alla resa dei conti l’unico pezzo che davvero cattura l’attenzione è difatti ‘Skeleton Key’.