Un esordio esaltante per un progetto che più ambizioso non si può. Sono tanti i musicisti che in passato hanno tentato di muoversi in bilico tra musica classica e metal e parecchi di loro hanno fallito, a causa di un’eccessiva presunzione o dell’incapacità di rivolgersi ad entrambe le tipologie di ascoltatori. Il produttore e polistrumentista Benny Goodman ha saputo invece creare un bellissimo viaggio per staccarsi dalle brutture del quotidiano e trascendere i generi. Indossate le cuffie, chiudete gli occhi ed immergetevi in un’esperienza sensoriale da capogiro, alla quale hanno partecipato numerosi ospiti illustri tra cui ricordiamo Marty Friedman (Megadeth), Dave Ellefson (Megadeth), Jeff Loomis (Nevermore), Ron “Bumblefoot” Thal (Guns ‘N Roses), Jimi Bell (House Of Lords), Oli Herbert (All That Remains), Joey Concepcion e Angel Vivaldi. Il loro contributo non è mai fine a sé stesso così come quello degli altri musicisti che impreziosiscono gli arrangiamenti. ‘Singularity’ setta gli standard qualitativi per l’intera release e quando parte ‘Premeditated Destruction’ si percepisce l’esigenza di uno shredding senza fine, ispirato e coinvolgente. Come dicevo prima però, non aspettatevi virtuosismi senza senso, vuoti nell’anima e volti solo all’esplorazione di tecniche differenti. Nello specifico l’autore dimostra di possedere una visione ben chiara ed intrigante, sperimentale ma allo stesso tempo ludica, abile nell’attrarre gli appassionati di symphonic metal ed ugualmente di risultare attraente per chi ricerca motivi di interesse nella neoclassica (‘This Life Moves Too Fast’ ma pure i dieci minuti di ‘Requiem’ che anticipano il finale). A breve uscirà un secondo capitolo e così capiremo quanto grande potrà diventare questo progetto che ha comunque già fatto centro al primo colpo.