Impressionante ritorno degli Heaven Shall Burn che si sbarazzano delle eccessive influenze metalcore che ammorbavano il precedente "Antigone" pubblicando un disco molto più personale senza perdere niente dell"impatto devastante che li ha sempre contraddistinti. Intanto va precisato che non è immaginabile giudicare questo disco a prescindere dall"aspetto testuale rende molto più epici e trionfali passaggi angoscianti e ossessivi quali "Trespassing The Shores Of Your World" e "Insurrection" e moltiplica lo spessore di un"opera che straccia tante uscite del genere scontate e poco invasive. La voce di Marcus Bischoff squarcia oscure e decadenti ritmiche che vivono in costante bilico tra assoluzione e desiderio di rivincita aumentando o decelerando a proprio piacimento l"incedere disarmante dei pezzi. "Stay The Course" e la disumana ‘Armia’ lasciano ammutoliti per tanta violenza ma i solchi digitali di "Deaf To Our Prayers" nascondono retaggi brutal, aperture melodiche e partiture metal che non possono non fare pensare ai miti del genere. Decontestualizzato dall"aspetto lirico l"album sarebbe già estremamente competitivo ma è una volta addentrati nelle pieghe concettuali dei tedeschi che vi renderete conto di avere tra le mani un rovente masterpiece metallico.