In tempi come questi di morale ce n’è sempre meno. Anzi, probabilmente non avrebbe nemmeno più senso parlarne. É curioso però vedere come il concept della coraggiosa creatura di Nicola Manzan - polistrumentista che ricordiamo pure per le collaborazioni con Baustelle, Il Teatro Degli Orrori e Lo Stato Sociale – che poggiava su una memoria storica di grande importanza per il nostro paese si sia per certi versi attualizzato. Le storie di personaggi come Manuele Bruni, i membri della banda Przyssawka, Cesarina Boarolo o Sophie Unschuldig fanno riflettere sul serio e ‘Lo Sposo’, il brano scelto per presentare l’opera, è costruito su un arrangiamento in bilico tra jazz, math rock ed un’assurda nenia primordiale, che nulla ha da invidiare alle uscite di avanguardia. A ‘Bancarotta Morale’ si è arrivati dopo l’uscita del documentario ‘Uno Bianca – Mirare allo Stato’ ed il consolidamento della collaborazione con Alessandro Vagnoni - il batterista di Infernal Poetry e Dark Lunarcy si è anche occupato del mixaggio - che accentua il contrasto con chitarra elettrica ed archi. La produzione non è troppo distante a quella dell’EP ‘Cortina’ (l’intera suite ‘Il Truffatore’ e ‘La Fidanzata’) e nel complesso il viaggio sonoro a cui veniamo invitati da Bologna Violenta resta uno dei più intriganti acquistabili nella nostra controversa nazione, messa a dura prova costantemente dagli eventi quotidiani.