Non so bene quale sia il motivo per cui l’etichetta grunge per eccellenza, ma ormai da anni dedita anche ad altri stili di musica, abbia puntato su questo gruppo canadese che non sembra certo amare la nebbia e le atmosfere fosche di Seattle. L’alt-rock dei Corridor è infatti ricco di disincanto e armonie delicate, colorato quanto basta per piacere alle adolescenti in costante ricerca di indie-pop e dotato di una freschezza esplosiva che suggerisce di vederli presto dal vivo. In fondo la musica di oggi è ormai strettamente dipendente dalla dimensione live e ‘Junior’, più completo ed articolato rispetto a ‘Le Voyage Éternel’ e ‘Supermercado’, dimostra quanto siano cresciuti in tal senso i ragazzi in questione. Spiccano gli arrangiamenti della title track e di ‘Agent Double’, soprattutto grazie agli intrecci vocali tra Jonathan Robert e Dominic Berthiaume, ed a tratti emergono influenze neo-psichedeliche ma la produzione di Emmanuel Éthier è debitrice nei confronti degli ultimi lavori di Arcade Fire e Broken Social Scene. Questo è forse il maggior limite di ‘Junior’, l’incapacità di distaccarsi da una scena che ha sicuramente ottenuto grandi risultati ma, soprattutto per i nuovi arrivati, rappresenta un ostacolo ad ambizioni più grandi.