Al di là della copertina tecnologica la botta di adrenalina che dovrebbe regalare quest’album non arriva quasi mai. Se il debutto ‘Tsar’ viveva di continui alti e bassi ed il successivo ‘Kingslayer’ aveva segnato dei piccoli progressi ma non sufficienti per spingere il progetto nell’olimpo dell’heavy metal, questo terzo lavoro a cura di Victor Smolski e soci non riesce a decollare. Vi evito discorsi sui Rage o commenti sul loro ultimo lavoro perché c’entrano poco con un songwriting che appare piuttosto confuso. Si passa da pezzi di stampo classico come ‘Predator’ e ‘Rush Of Death’, impreziositi dal potente drummin’ di Kevin Kott (At Vance, Freedom Call), ad altri più intricati dal punto di vista tecnico ma anche più noiosi. Orchestrazioni e suite alla Lingua Mortis Orchestra sono state quasi messe da parte perché evidentemente i fan dal vivo hanno chiesto maggiore rispetto per l’heavy metal ma ciò non basta. I riferimenti alla passione del chitarrista per l’alta velocità, è stato pilota NASCAR per diversi anni, non elevano il livello di attenzione così come le comparsate di Frank Beck e Marcel Junker. Come al solito Nuclear Blast fa però le cose per bene e nell’edizione limitata troverete i Live in Korea e Bielorussia che mostrano il discreto affiatamento della line-up,