Non sono mai stato a Vilnius. A dirla tutta non sono mai stato nemmeno in Lituania e probabilmente non ci andrò mai ma ‘Born In The Grave’ è il classico disco di cui non puoi non innamorarti al primo colpo. Trattasi di speed metal molto spiccio e dissoluto, con venature black e nessuna inclinazione a piacere, se non a quelle poche decine di metallari che infestano i pub di provincia. Il trio è al primo full lenght dopo un paio di split e la partecipazione a ‘Seven Burning Churches – A Tribute To Possessed’ con la cover di ‘Swing Of The Axe’. Soprattutto negli anni ‘90, dall’Europa dell’Est provenivano i “peggiori” esempi di metal estremo, trucido e brutale, che potessero esserci al mondo e, lo ammetto, sono nostalgico di quell’era, in cui dietro a copertine incomprensibili, loghi difficili da decifrare e scenari apocalittici trovavi il senso della musica underground. ‘Born In The Grave’ è un po' questo. Non aspettatevi la band piu’ tecnica del pianeta e nemmeno innovazioni nel genere ma solo nove tracce potenti ed aggressive che vi faranno star bene con voi stessi e vi costringeranno a tirare fuori il chiodo dall’armadio.