Ho ascoltato ‘Fin Dove Non Si Tocca’ fino alla nausea e sinceramente ero mal disposto verso il suo successore. In cuor mio non pensavo che Giacomo Radi potesse fare di meglio, sia in termini compositivi che in termini di produzione, e mi sbagliavo. ‘Lumen’ farà venire in mente a qualcuno il personaggio interpretato da Julie Stiles nella serie televisiva Dexter ma è l'unità del flusso luminoso e indica la quantità totale di luce emessa dalla sorgente luminosa. Tra dissonanze e melodie affabili, ritornelli flebili e fratture nette, Hibou Moyen è riuscito a rendere questa serie di tracce come una vera e propria fonte luminosa. Il continuo bilanciamento tra elemento sonoro e visivo è la costante di un ascolto che cresce di minuto in minuto. Si parte con un ‘Uragano’ di emozioni e si passa a ‘Gli Scheletri Delle Comete’ e le “bambine vipere’. Una serie di allegorie, metafore e simbiosi tra chitarra, voce, mellotron e organo. Rispetto al passato le influenze psych pop sono aumentate ma allo stesso tempo la scrittura si è fatta piu’ introspettiva e, prima de ‘La Preghiera Dei Lupi’, una dose di ‘Serotonina’ è quello che ci vuole per affrontare indenni un’altra stagione di musica indie italiana noiosa. Per fortuna ci sono dischi come questo che non tentano di scalare le classifiche e sanno raggiungere un livello di intimità con l’ascoltatore superiore a quella ambita da tanti cantautori di bassa lega che ammorbano la nostra scena.