Storie antiche, melodie catchy e dodici inni di musica sinfonica ispirati alla vita dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d’Asburgo. Così il quartetto tirolese ripropone una miscela di symphonic e progressive power metal che si è consolidata nel tempo. Quattro anni fa il chitarrista Christian Hermsdörfer, attivo anche nei Beyond Black ed in passato nei Vision Of Atlantis, ha preso in carico il guitar work e la differenza con dischi quali ‘Fallen Sanctuary’ o ‘War Of Ages’ è evidente. In fase d’intervista ho domandato al bassista Fabio D’Amore (ex Fairyland e Pathosray) quale fosse il tratto distintivo o comunque la specifica che distinguesse i Serenity nell’affollato panorama symphonic metal e lui ha sottolineato il grande lavoro in fase di costruzione delle parti vocali. In effetti in pochi possono vantare tutti i membri in grado di poter cantare come solisti e ciò si riflette in un album estremamente piacevole da ascoltare e mai noioso nonostante le tematiche affrontate. I prossimi mesi ci diranno sei fan lo ameranno più di ‘Codex Atlanticus’ ma di sicuro i progressi rispetto a ‘Lionheart’ sono notevoli e pezzi come ‘Invictus’ e ‘Keeper Of The Knights’, oltre al singolo ‘Souls And Sins’ - in cui Georg Neuhauser dà il meglio di sé – entrano di diritto nelle playlist di genere del momento.