L’accoglienza disomogenea ricevuta da ‘Heir Of The Dog’ ha fatto riflettere. D’altra parte fare meglio di ‘Blue Velvet Revisited’, realizzato in collaborazione con Tuxedomoon e John Foxx dietro l’approvazione di David Lynch, non era affatto semplice ma il duo londinese non si è dato per vinto davanti alle prime difficoltà ed al contrario ha studiato nei dettagli un concept tremendamente attuale e invasivo. Si parla di autodistruzione, di media e di controllo delle persone e anche stavolta non mancano le collaborazioni di alto profilo. Kelli Alli, ex Sneaker Pimps, canta in quasi tutte le tracce, Steven Brown e Blaine L. Reininger degli autori di ‘Half-Mute’ contribuiscono con le loro parti di sassofono e violino. Nel complesso siamo al cospetto del lavoro più contemporaneo di tutta la carriera di Erik Stein e Jon Boux, capace di muoversi con liquidità e sapienza tecnica tra synth pop, darkwave, ambient e downtempo ed allo stesso modo di citare Recoil e dare lezioni di stile (‘Fake Nudes’ e ‘All This Spite (Comes at a Price)’). I nostalgici degli anni ottanta impazziranno per ‘So Much Left To Undo’ e ‘Button On My Desk’ ma la scaletta è così evocativa e compatta che risulta più difficile del solito individuare uno o due passaggi significativi.