Un terzo album strepitoso quello degli svedesi che ci avevano lasciato cinque anni fa con ‘To The Other’, anticipando di fatto una svolta che solo adesso si è veramente materializzata. Agli esordi i Saturnalia Temple si facevano apprezzare per il loro doom metal occulto con un tocco di psichedelia che li rendeva piuttosto unici. Fenriz dei Dakrthrone ne promosse l’elitarietà ma è adesso che l’identità sonora della band può dirsi raggiunta. Il passo fondamentale è stato quello di registrare con strumentazione risalente agli anni settanta ed ottenere un suono piu’ organico e caldo, alla maniera di Ghost o Opeth per intenderci. Il cantante e chitarrista Tommie Eriksson, ex Nocturnal Rites e Therion, ha registrato e prodotto l’album ai Sitra Ahra Studios, nel bel mezzo della foresta, ed il nuovo batterista Kennet Granholm ha portato nuova energia nella line-up. I quasi diciotto minuti di ‘Saturnalia Temple/Gravity’ marcano a fuoco l’intero ascolto e quando ‘Between The Worlds’ e ‘Alpha Drakonis’ prendono possesso dello stereo pare di essere al cospetto di veri giganti.