La scena black metal transalpina è nota in tutto il mondo per la sua elitarietà e completezza e adesso, al fianco di icone come Blut Aus Nord, Deathspell Omega, Peste Noire e Celeste, è doveroso considerare anche i parigini che, dopo un paio di split ed il mini ‘Faith Recoil’, si misurano per la prima volta sulla lunga distanza. Nati nel 2015 dalle ceneri degli Eternal Majesty, gli End Of Mankind possono contare su due chitarristi rodati come Nesh e Ghoulaxe, sulla sezione ritmica di Antaeus e Aosoth ma soprattutto sul cantato di Anxiferath che distingue le tracce nel ricco panorama locale. Le liriche sono principalmente in inglese e la supervisione di Andrew Guillotin, presso gli Hybreed Studios dove sono passati tra gli altri Memmirmack e Temple Of Baal, ha contribuito a regalare un tocco post-metal alle dinamiche ed alle atmosfere. Molto bello l’artwork di Szymon Seich (VBRRTRD) e sicuramente degne di nota ‘Howlings And Lurid Figures’ e ‘Drowning In Solitude’ che “illuminano” la prima parte di disco. Verso la fine invece, ‘In The Throes Of Displeasure’ è un tributo, nemmeno troppo velato, ai vecchi valori della scuola norvegese. Nel complesso un debutto più che positivo che saprà attrarre interesse anche al di fuori dei propri confini.