Il suono evoluto di ‘Defect The Flow’ è stato ulteriormente arricchito dai piemontesi che vogliono scrollarsi di dosso l’etichetta di revival band. Ad inizio scaletta troverete una mazzata epocale come ‘Cadaver Decomposition Island’ ed il “core” è il thrash dei primi Overkill e Kreator ma nell’album c’è posto anche per passaggi più elaborati e maturi, alla Machine Head per intenderci, ed altri selvaggi al limite del punk. Ottima la produzione di Simone Mularoni (Lione/Conti, Trick Or Treat) che ha saputo esaltare ogni strumento mantenendo l’impatto organico e live. Il cambio di line-up avrebbe potuto destabilizzare la band ed invece l’ingresso di Andrea Lorenti, bassista dei Fragore, e Francesco La Rosa, batterista tra gli altri di Extrema e Meganoidi, è stato piu’ che positivo. ‘Welcome to the Freakshow’ e ‘Nomophobia’ sono illuminate dalla classe e dalla grinta di Loris Castiglia e Andrea Vacchiotti mentre ‘My Fragmented Self’, venata di influenze progressive, e ‘Shining Perpetuity’, al limite del death, presentano un lato nuovo degli Ultra-Violence che non ci dispiace affatto. Unica pecca la cover totalmente fuori luogo di ‘Money For Nothing’ dei Dire Straits.