Un paio di colpi di vernice, scritte in corsivo da scuola elementare e qualche grande sprazzo di pop artigianale. Il terzo capitolo del concept iniziato con ‘Shambala’ e ‘Phalena’ è stato registrato in un furgone allestito a studio con materiale preso in prestito qua e la’ e musicisti raccolti per strada. I senesi amano psichedelia e figure femminili leggendarie (‘Euridice’ e ‘Penelope’) ed il sitar di ‘Gayatri Mantra’ farebbe intendere una passione viscerale per l’Oriente. In realtà Oga Magoga sembra un progetto ben ancorato alla musica leggera italiana, soprattutto quella che imperava negli anni ‘60 e ‘70. Magari rifarsi a quel periodo non sarà una novità e suonerà un po' prevedibile a qualcuno ma ‘Apollineo/Dionisiaco è un album che scorre rapidamente e cattura l’attenzione di chi si pone all’ascolto. Un aspetto non da poco in un momento critico per l’industria discografica, nel quale i singoli vengono bruciati in pochi minuti e le band fanno fatica ad organizzare due date a fila. ‘Samsara Bar’ e ‘Un Giorno Splendido’ gli episodi migliori.