L’hard rock dei gallesi è piuttosto scialbo e incolore. Soprattutto quest’ultimo aspetto, che contrasta apertamente col titolo dell’album, rappresenta il limite maggiore di una serie di canzoni che rimangono in costante bilico tra vecchi valori ed il tentativo di dare freschezza alla propria proposta. Nonostante una bella promozione del singolo ‘No One Else To Blame’, col video diretto da Graham Harries, il debutto in questione non sembra possedere le armi per scardinare le porte del successo. Wayne Doyle è un discreto chitarrista ma un modesto cantante e pezzi come ‘You Take My Breath Away’, ‘Head’s In The Ground’ e ‘Let Your Love Go’ suonano di una banalità sorprendente. Sottolineo sorprendente perché non parliamo di adolescenti ma di musicisti esperti con tre full lenght alle spalle a nome V0iD (‘Ballads For Beauties And Beasts’, ‘Zer0’ e ‘Keep Fighting’). La produzione di Tim Hamill (Girlschool) è organica e mette in evidenza una buona tecnica di base, alcuni testi hanno riferimenti politici mentre ‘Blinded By The Pain’ affronta il tema della malattia mentale e ‘Part Of Me’ ricorda ‘Blaze Of Glory’ di Bon Jovi.