Non so quanto possa essere utile a livello commerciale pubblicare release del genere ma il quintetto progressive metal transalpino ha ritenuto opportuno svelare ai fan il proprio codice genetico, le influenze che in modo più o meno diretto hanno permesso loro di sviluppare un suono personale e intrigante. Gli autori di ‘Ascendancy’ e ‘Super 90’ pagano tributo a Korn, System Of A Down, Deftones, Marilyn Manson, Linkin Park, Slipknot e così via ma la scelta delle formazioni da riprendere è quanto di più banale ci possa essere e le stesse cover sono quasi solamente di pezzi straconosciuti invece che di pezzi intriganti passati meno osservati nelle discografie di tali colossi. Con tutto il bene che possiamo volere a Philippe Charny e soci quindi ‘DNA’ si rivela un mero esercizio di stile, poco interessante e coinvolgente. Gli episodi migliori sono verso la fine con ‘Alive’ dei P.O.D. e una bella versione acustica di ‘Aerials’ ma non sono certo sufficienti a consigliare l’acquisto.