Prodotto dalla band assieme a Steve Frenzel, presso il Trve Peak Studio, ed in seguito mixato da Nikita Kamprad dei Ghost City Recordings, ‘Bitter’ è il successore ideale di ‘Welk’, EP che aveva lasciato di stucco la redazione e proponeva un ibrido letale tra The Dillinger Escape Plan, We Came As Romans e Vitja. Adesso i berlinesi si misurano sulla lunga distanza, denotando una personalità ancora più notevole, e caratterizzando il proprio mix di math, post-hardcore e screamo con un tocco alla Tool che lo rende imperdibile (sentite la cesellatura finale di ‘Hagel’). L’artwork di Hakan Halac descrive al meglio l’impeto schizofrenico ma allo stesso tempo cinico e concreto dei Kora Winter, le parti vocali sono assurde e curate nei minimi dettagli e, rispetto alle prime tracce della band, il suono di basso e batteria è superiore. ‘Deine Freunde (Kommen Alle In Die Hölle)’ e ‘Eifer’ sono due manifesti, ideali per avvicinarsi di soppiatto, ma tutto l’album merita la fiducia di chi ama il genere e si è stufato di reperire informazioni solo da oltreoceano. In alcune recensioni ho letto paragoni ai The Ocean, forse per la vicinanza geografica, ma li trovo fuorvianti.