Sono tanti i gruppi che hanno scelto l’opera omnia di Dante Alighieri come concept o per arricchire le proprie liriche ed alcuni di essi hanno fatto pure bene, basti pensare ai Sepultura di ‘Dante XXI’. In questo caso, il luogo di purificazione o di pena temporanea è servito ai friulani per spingersi su un livello superiore al passato ed ambire alle massime gerarchie del prog metal, intinto di influenze power (un po' alla Symphony X per intenderci). Tutte le canzoni sono molto atmosferiche, i crescendo melodici funzionano ed il guitar work di Leo Giraldi è superbo. Il pregio migliore degli Starbynary è quello di non apparire mai boriosi, sicuramente tecnici ma scevri da passaggi iperbolici e fini a sé stessi. Oltre ai cori di ‘Miserere’ e ‘Underneath The Stones’, catturano subito l’attenzione le ritmiche thrash di ‘Running And Screaming’ e l’arrangiamento maestoso e sinfonico di ‘Laying Bound’, e la scelta di Elisa Stefanoni, cantante degli Shadygrove, come Beatrice è azzeccata. L’unica pecca è una produzione della voce che non vale quelle estere ma, al cospetto di una materia così buona, si può considerare come un incidente di percorso.