Sono trascorsi otto lunghi anni dal precedente ‘Impossibile Spaces’ ed il produttore canadese, attivo pure con Off World e Polmo Polpo, ha ascoltato tanta musica nel frattempo. Le sue architetture sonore, che dapprima citavano in maniera evidente Arthur Russell, adesso sono ancora più personali e colorate. In scaletta si passa dal post-rock all’ambient, dalla psichedelia al folk, ed il tutto senza mai smarrire la connessione con l’ascoltatore, assai sorprendente visto che non si tratta certo di un disco di hit radiofoniche. ‘Time (You Got Me)’ è il pezzo più “facile” del lotto, assieme al funky dilatato di ‘Wrong About The Rain’, ma gli apici sono le spaventose ‘In Another Life’, quasi venticinque minuti di estasi sonica, e ‘God Blessed The Fool’, forse il pezzo più legato al passato. Una skyline, uno schizzo di vernice bianca e tanto blu. Un atterraggio morbido che vi lascerà la curiosità di esplorare nuove forme di composizione.