La terra invisibile è l’opera prima come solista del songwriter e musicista francese che ricordiamo nei Triple Sun (con Massimo Pupillo e Raphaël Séguinier) e può vantare collaborazioni con artisti del calibro di Madonna, Efterklang, The National, Shannon Wright, Katia & Marielle Labèque, The Third Eye Foundation e pure gli Zu. Un lavoro che descrive in maniera minuziosa la sua interpretazione della musica elettronica. Un lavoro che potrà piacere ai fan di Jon Hopkins e Pantha du Prince, gli appassionati di IDM ed i cultori della scena berlinese. A sorprendere non sono le capacità compositive di Chalmin quanto la rapidità con la quale ha saputo assestarsi a livelli tanto elevati con queste sei tracce. Credo che in pochi avrebbero puntato su di lui ed invece siamo al cospetto di un esordio di talento che potrebbe raccogliere consensi sia in ambito deep house che in quello più rigido della musica classica. Anime perdute, immagini notturne, senso di vertigine e luce bianca per giornate malinconiche.