All’uscita del videoclip di ‘Sun Poisoning’, diretto da Justin Singer, in molti hanno pensato ad una deriva commerciale, un po' emo ed un po' provocatoria, per il polistrumentista di origini canadesi. Al contrario ‘Home Made Satan’ è un disco che va ascoltato a più riprese per cogliere tutte le sue sfumature, introverso, punk, a tratti potente e dissacrante, in altri frangenti emozionante e delicato come una carezza. Di sicuro il ragazzo di ‘Death Lust’ è cresciuto più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare in dodici mesi. In questo frangente, Brandon Williams si è isolato dal mondo alla ricerca di un’ispirazione che gli permettesse di guadagnare posizioni nelle gerarchie internazionali ed il risultato è un lavoro vario, malinconico e pop, almeno quanto basta per far muovere le adolescenti in cerca di un nuovo idolo dell’indie rock da amare alla follia. Siamo parecchio lontani dai lidi sonori di ‘Heaven Hell Anywhere Else’ ma era prevedibile che la coltellata del debutto portasse ad un secondo lavoro più maturo e calcolato.