Ho ancora negli occhi lo splendido concerto tenuto dal frontman dei Radiohead al Teatro Verdi di Firenze e il remake di ‘Suspiria’ di Luca Guadagnino, di cui ha curato la colonna sonora. L’inquietudine di quest’ultima e di ‘Tomorrow’s Modern Boxes’ si riflette in un altro lavoro solista, più tortuoso ed elaborato di tanti dischi prog e metal che vengono etichettati come rivoluzionari. Oltre al cortometraggio realizzato da Paul Thomas Anderson per promuovere l’album, ‘Anima’ sorprende più per i bambini di 15 Step (‘Twist’) e per le suite elettroniche (‘The Axe’ e ‘Runwayaway’) che per le parti cantate ma ciò fa parte della visione oscura e lisergica di un artista che cita Aphex Twin e Flying Lotus e da tempo coltiva un rapporto di amore e odio per la tecnologia. ‘Traffic’ apre le danze con una base al limite del dubstep, ‘Not The News’ potrebbe essere tranquillamente legata ad un episodio di Black Mirror ed a tratti, quando la mano di Nigel Godrich si sente di più, pare di riconoscere i Radiohead ultima maniera (‘Last I Heard (…He Was Circling The Drain)’ e ‘Impossible Knots’) per la felicità di chi non ama stancarsi troppo nella ricerca sonora e si accontenta di rimanere in territori consueti.