I vicentini, agli esordi più punk e col moniker Okkupato, sono tra le migliori pop band italiane e, a distanza di quasi dieci anni, il loro esordio ‘L’uomo, Il Suo Sogno E Il Nuovo Giorno’ si lascia ancora apprezzare per eclettismo e originalità. Poi è arrivato ‘Terra’, che già dal titolo rivendicava quella concretezza che la musica moderna ha smarrito, quell’esperienza live ambita da un po' tutte le formazioni indipendenti del nostro territorio. Infine ‘Futuri Parziali’, un album che guarda in fondo all’orizzonte, apre in maniera pesante all’elettronica e possiede un paio di singoli di spessore (‘Dimmi Che Mi Vuoi Di Più’ e ‘Ma Come Passa Il Tempo’). Matteo Cantaluppi (Ex-Otago, Canova) ha aiutato i ragazzi a districarsi tra arrangiamenti solenni e la semplicità melodica che piace tanto ai ragazzi di oggi, più presi dai social che dalle copertine dei dischi. La voce di Davide Parise è lo strumento chiave per leggere il tempo, concetto attorno al quale girano tutti i testi, ed i riferimenti a realtà brit pop di caratura internazionale non lasciano l’amaro in bocca. “In equilibrio tra accettare e tentare di cambiare siamo esseri speciali dentro ai nostri futuri parziali”.