Dopo l’affrettato ‘Ninja’, i norvegesi si sono rimessi in carreggiata e hanno registrato una manciata di brani molto vari, in bilico tra hard rock spiccio e tentazioni progressive, che esaltano le indubbie qualità vocali di Heidi Solheim ed allo stesso tempo mettono in luce una maggiore cura negli arrangiamenti e la solidità dell’intera line-up. L’album è stato registrato al Paradiso Studio di Oslo, sotto la supervisione di Øyvind Gundersen (Hanne Kolstø, Haiden Powell) e Christian Engfelt, ‘Cause & Effect’ sancisce la collaborazione con la sezione d’archi The Arctic Philharmonic e l’Hammond è stato suonato da Anders Oskal e Hansi Enzesperger. L’intro araba di ‘Blind Spot’ è ad opera di Racha Rizk, ‘Your Song’ cita Neil Young mentre ‘Sinnerman’ e la title track evidenziano il guitar work roccioso di Espen Elverum Jacobsen. Nel complesso l’ascolto non presenta pecche particolari, è scorrevole e coinvolgente ma soprattutto lascia intendere una maturità raggiunta da parte di una band che si è vista balzare all’onore delle cronache in modo improvviso. Adesso sono pronti a sfruttare al meglio il supporto di Nuclear Blast.