In attesa di goderci il nuovo “sensazionale” album dei Satan Takes A Holiday, arriva nei negozi il debutto di una delle nuove realtà più eccitanti di Göteborg. Nella presentazione alla stampa si parla di referenze come M.O.T.O. e Black Lips, in un altro articolo ho letto di un ibrido tra The Strokes e The Stooges ma, con tutto il rispetto, il garage rock dei Dream Boogie è swedish al mille per mille. Sono sufficienti pochi secondi per calarsi in un’ambientazione vintage che richiama alla mente formazioni storiche come A-Bombs, *Demons, Supershit 666 e, andando più in là nel tempo, The Nomads e The Wylde Mammoths. La produzione è lo-fi, i chorus strozzati fin dal nascere ed il folle country n’ roll di ‘At The Heart Of Seoul chiariscono fin da subito quelli che sono gli obiettivi primordiali dei ragazzi ovvero divertirsi il più possibile e trasformare il più piccolo e fumoso dei locali di provincia in veri e propri ordigni esplosivi. Le gallette delle Katthem hanno dato il loro contributo per ‘Surf Green’ e probabilmente non solo quello, ‘Pirlo’ e ‘Good Boys Don’t Stop The Music’ sono inni garage-pop che farebbero invidia ai Turbonegro mentre ‘Shu Bop’ è un vero e proprio manifesto di intenti, un grido di ribellione che forse deluderà gli appassionati di musica ma che allo stesso tempo farà eccitare da morire chi adora scavare nelle fondamenta del rock e del punk. Ci sono band pubblicizzate a più riprese dalla stampa che morirebbero per avere giri armonici, ritornelli e riff come questi.