Tre full lenght ed un mini alle spalle per il gruppo basco che ha nei fratelli Iñi Childrain e Iker Bengoa i leader-trascinatori e si muove con destrezza in territori metalcore e melodic death. Rispetto a ‘Matheria’, i Childrain hanno compiuto dei progressi notevoli sia in termini di arrangiamenti che di produzione. Il precedente lavoro era solido e ben costruito ma si perdeva un po' nel fervore atmosferico non riuscendo a distinguere un pezzo dall’altro e il cantato non era così incisivo. In questo caso l’impeto è stato mantenuto ma ogni episodio in scaletta possiede una sua identità sonora e potrebbe essere utilizzato per presentare ‘The Silver Ghost’ a qualcuno di totalmente profano. Oltre al cantante, davvero notevole la sua performance che presto potremo valutare anche di supporto ai Six Feet Under, ed al chitarrista, spicca in line-up il drummer Mikel Gómez, ex Dark Code e Lampr3a, che si dimostra a suo agio sia con sonorità anni ‘90 (Pantera, Sepultura) sia con partiture più progressive e ricche di groove assassini (Gojira, Children Of Bodom). L’iniziale ‘Wake The Ghost’, ‘The Valley Of Hope’ e ‘Ten Thousand Moons’ sono i pezzi più epici di un gruppo che ha tutte le carte in regola per imporsi a livello internazionale e cerca, nel rapporto con la Natura e con una spiritualità interiore, una valvola di sfogo alle problematiche di tutti i giorni.